Emozioni a fior di pelle, poesia di buona lega: un grande album
di
Leon Ravasi
Cronaca emozionale. Non posso farne a meno. Non sono obiettivo. Come potrei?
Torna dopo qualche tempo Claudio Lolli e torna ad alti livelli. Sono passati
solo due anni da "Viaggio in Italia" ma la pausa sembra piu' lunga.
Soprattutto perche' Viaggio in Italia ha avuto una distribuzione
semi-clandestina e un po' anche perche' Lolli sembrava ormai fuori dal
"grande giro" (ma esiste un grande giro?). Poi l'ho visto in concerto,
assieme al fido e valente Paolo Capodacqua (interprete di primo piano anche in
questo disco), poi l'ho rivisto di nuovo, gli ho parlato, l'ho sentito.
Personaggio controverso. Sembra che nemmeno lui creda in se stesso. Sorride
beffardo a cui gli rimprovera di dover leggere i suoi stessi testi o a
Capodacqua che suggerisce (scherzando) che forse non li ha nemmeno scritti Lolli
i testi.
I testi! Ah, il piacere, ieri, in tram di prendere il booklet dal cd e
leggermi tutti i testi. E appena finito di leggerli aver voglia di chiamare
altra gente e di leggerli anche a loro. "e il lavoro l'ho chiamato piacere
/perche' la semantica e' violenza/ oppure e' un'opinione" (Analfabetizzazione).
"E quando vi siederete dalla parte del torto/ perche' ogni altro posto
sara' gia' stato occupato / con quel culo bellissimo che la mia donna di ha
dato" (Dalla parte del torto) . "Pero' se accetti il gioco e sei anche
tu della partita / ricorda che rinunci a dare un senso alla tua vita" (Il
mondo e' fatto a scale). "Poi del resto la gente alla fine vuol muovere i
piedi/e scalare montagne davvero piu' alte di te /che rimani col fiato di vino /
a soffiare vetrate" (Folkstudio). "Nessun uomo e' un uomo qualunque /
il suo corpo puo' essere pieno / di un amore cercato da tanto /di un amore
pensato dicorsa /di un amore che non perde il treno" (Nessun uomo e' un
uomo qualunque).
Testi. Parole. Tante parole che hanno un senso. Che si depositano nel verso
giusto nella mia testa, nelle mie orecchie, dietro i miei occhi e che stimolano
le corde giuste. Emozioni, ricordi, tristezze, amori. Gioventu' e maturita'. Un
pallone in un prato e un bicchiere di vino. "Il mio cuore incantato /
sempre malinconico / e mai rassegnato"
Non ho neanche bisogno delle musiche. Mi bastano le parole. Mi basta vibrare
leggendo poesie che sono poesie e sono anche canzoni.
Perche' Lolli sa scrivere.
Sa quello che scrive ed ha sempre storie da raccontare e cose da dire. Cose non
banali. Magari semplici, magari piane, magari piccole, ma ... nessuno scrive
come lui. Ne' Fossati (che pure ha una statura di musicista colossale, ne'
Conte, ne' De Gregori e, tutto sommato, nemmeno Guccini (quello comunque che
piu' gli si avvicina). Ma Guccini senza musica stenta. La ricerca della rima a
tutti i costi lo penalizza. Lolli vola. Agile e leggero. Provate a leggerlo a
voce alta. Provate a recitarlo! E' gia' tutto li'.
Poi ci sono le musiche.
E qui siamo ad una poverta' che rasenta l'autarchia. Le chitarre di Paolo
Capodacqua, qua e la' brevi tocchi di un'elettrica aggiunta, programmazione e
tastiere di Diego Michelon. Fine.
Solo Borghesia e' fatta assieme ai Gang dei fratelli Severini (che, dopo La
Locomotiva, dopo Vedrai vedrai di Tenco, dopo Auschwitz si stanno specializzando
nel rifare il repertorio della canzone d'autore italiano. Gli manca solo De
Andre'! Speriamo!!!) ed ha quindi una veste musicale meno spartana. Borghesia
dove "il vento" che "un giorno ti spazzera' via" e'
diventato il "vento che un giorno, forse, ti spazzera' via" o dove
"per esempio una figlia artista, oppure un figlio commerciante o peggio
ancora se e' un comunista" si arricchisce di un "EX" subito dopo
comunista che racconta, in una sola sillaba, gli ultimi 20 anni della nostra
storia. "Borghesia" e' del 1972, Analfabetizzazione del 1977, come la
Canzone dell'amore o della precarieta', mentre L'amore ai tempi del fascismo e'
del 1998 (Viaggio in Italia).
Quattro le canzoni nuove (almeno per me), le prime quattro del disco. Nessun
uomo e' un uomo qualunque, Folkstudio, Dalla parte del torto e Il mondo e' fatto
a scale. In mezzo una poesia: Riascoltando gli "Zingari felici"
(citazione della celebre canzone di Lolli) di Gianni D'Elia, letta dall'autore
(sembra una donna, ma sulla copertina dice cosi'. Mah?). Poco piu' di 40 minuti
(a prezzo ridotto 29.900, ma gia' in molti lo vendono a prezzo di saldo. Sulle
28.000 lire) di intense e vergognose emozioni. Una copertina che richiama Folon.
Un libretto con tutti i testi e alcune belle foto.
Piu' di 40 minuti per volare
un po' piu' in alto, appena sopra il pelo della merda che sembra destinata a
sommergerci. Come dice Claudio: "dalla nostra collina , vorremmo emettere
dei fumi diversi : è possibile parlare nel mondo senza pensare-positivo, senza
buonismi e cattivismi e presunzioni, senza dire troppo, ma dicendo
qualcosa".
Ah, ragazzi che gioia!
Leon
(entusiasta) da
www.accordo.it/nashville